Cinque anarchici. Una storia negata.

Diversi libri sulla storia della Calabria, legati ad anniversari, sono stati stampati nel 2020. Mimmo Perrotta ha pubblicato la raccolta di saggi “Rosarno, la rivolta e dopo – cosa è successo nelle campagne del sud” ricorrendo il decennale della rivolta dei lavoratori di origine africana. Il quarantennale degli omicidi di Peppe Valarioti e Giannino Losardo ha rappresentato l’occasione per la pubblicazione da parte di Enzo Ciconte del volume “Alle origini della nuova ‘ndrangheta. Il 1980. Le reazioni del PCI e le connivenze della politica e della magistratura”, mentre Danilo Chirico e Alessio Magro hanno curato una nuova edizione del loro “Il caso Valarioti”, con un disegno di Mauro Biani in copertina. Di vicende legate alla rivolta di Reggio Calabria, di cui ricorreva il cinquantennale, tratta il libro di Fabio Cuzzola sui cinque anarchici di Reggio Calabria, morti nel 1970 a seguito di un incidente stradale sull’Autostrada del Sole, tra Ferentino e Anagni.

Riprendiamo qualche data dalla cronologia comparata che apre il racconto di Cuzzola: il 14 luglio 1970, per via della contesa con Catanzaro sulla sede del capoluogo regionale, scoppia la rivolta di Reggio Calabria; il 22 luglio deraglia presso Gioia Tauro il Treno del Sole, si contano 6 morti e 96 feriti; agli inizi di agosto, in accordo con la Federazione Anarchica Italiana, gli anarchici di Reggio Calabria avviano un’inchiesta sulla strage del 22 luglio; il 26 settembre si verifica l’impatto tra un autotreno e la Mini Morris su cui viaggiano verso Roma Angelo Casile, Gianni Aricò, Franco Scordo, Luigi Lo Celso e Annalise Borth, i due autisti dell’autotreno sono dipendenti del principe Juno Valerio Borghese. Nel gennaio del 1971 la magistratura archivia le indagini sull’incidente, Lotta Continua pubblica un dossier in cui si sostiene che i giovani anarchici sono stati uccisi perché avevano raccolto le prove sul fatto che il deragliamento di Gioia Tauro era stato causato da un attentato di matrice fascista.

Nel primo capitolo del libro, intitolato “Incidente o strage?”, Cuzzola descrive le circostanze dell’impatto, avvenuto alle ore 23:25, al km 58 dell’autostrada A2. Angelo Casile, Luigi Lo Celso e Franco Scordo muoiono sul colpo, Gianni Aricò e Annalise Borth vengono trasportati all’ospedale di Frosinone. Gianni si spegne al momento dell’arrivo in ospedale, Annelise qualche giorno più tardi. Secondo la ricostruzione dell’autore l’impatto avviene a causa di uno sbandamento dell’autotreno, durante il tentativo di sorpasso da parte della Mini Morris diretta verso Roma.

Nella nuova edizione Tonino Perna ha aggiunto un post scriptum, alla prefazione che aveva scritto nel 2001 per la prima edizione del libro. Nei primi giorni di settembre Angelo Casillo, di ritorno da un viaggio a Palermo, gli raccontò di un incontro con il direttore del quotidiano L’Ora. Angelo confidò a Tonino che De Mauro (rapito il 16 settembre e mai più ritrovato) aveva rivelato cose terribili di cui non poteva riferire. Anche Gianni Aricò, suo cugino, gli disse che <<erano venuti a conoscenza d fatti che avrebbero fatto tremare l’Italia>>.

Ricostruendo i fatti Tonino Perna è giunto alla conclusione che Mauro De Mauro avesse parlato ad Angelo Casillo delle sue indagini sul progetto di colpo di stato che Junio Valerio Borghese stava tramando e scrive <<… era un peso, un segreto, troppo grande per dei giovani idealisti amanti della libertà che lo stato delle stragi, che ha guidato per più di vent’anni questo paese, non poteva lasciare che fosse svelato.>>

Il libro di Fabio Cuzzola merita di essere letto non solo per la rilevanza della storia che ricostruisce, ma anche per la bella narrazione di un episodio importate della vita culturale, civile e politica del Mezzoggiorno, rappresentata dal movimento anarchico a Reggio Calabria negli anni Sessanta dello scorso secolo. Il volume comprende anche una documentazione fotografica e la raccolta delle canzoni e ballate dedicate alla storia dei Cinque anarchici.

Cinque anarchici. Una storia negata, Fabio Cuzzola, Castelvecchi, Roma, 2020.

Recensione pubblicata su Annali del Lazio Meridionale, Anno XXI, n. 41, gugno 2021.

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