Ultime notizie dalla terra. La Terra dei fuochi: questioni per il paese intero.

Antonio di Gennaro è un agronomo impegnato da molti anni nello studio e nella pianificazione delle aree rurali, prevalentemente in Campania. Ha dedicato una parte importante dell’attività professionale alle ricerche sulla contaminazione dei terreni nella cosiddetta Terra dei fuochi, l’area a cavallo delle province di Caserta e Napoli che è stata al centro di indagini sullo smaltimento illegale dei rifiuti. Da questa esperienza era nato il libro La terra ferita. Cronistorie delle Terra dei Fuochi, pubblicato nel 2016. Nel volume l’autore proponeva un’interpretazione su basi scientifiche dei problemi causati dall’inquinamento nella pianura Campana, contrastante con la rappresentazione sensazionalistica che ha gettato discredito sull’agricoltura di un’intera regione.

Negli anni successivi Di Gennaro ha proposto al quotidiano la Repubblica una serie di reportage sulle agricolture e sui paesaggi rurali delle Campania, che sono stati raccolti in Ultime notizie dalla terra insieme a due contributi inediti e a un articolo pubblicato in precedenza su Horatio post – Il blog di Antonio di Gennaro su paesaggio, società, istituzioni.

Come scrive l’autore nell’introduzione al libro, ognuna delle storie narrate si impernia su una triade: c’è un paesaggio, col suo irriproducibile carattere; un imprenditore agricolo, che di quel paesaggio deve cogliere opportunità e sfide, e la cui attività è un continuo risolvere problemi (tecnici, burocratici, economici, organizzativi), di adattamento, evoluzione, sopravvivenza; e c’è un prodotto, un alimento, che di tutte queste cose è la sintesi, che collega quel paesaggio, gli uomini che lo coltivano e noi. I protagonisti delle storie rappresentano … gente che per dare futuro alla tradizione, semplicemente la sta reinventando, inserendo nei processi produttivi tutte le innovazioni tecniche, organizzative, comunicative necessarie per stare al passo con i tempi, con gli standard di legge, i disciplinari di qualità, le opportunità del passaparola digitale. L’esatto contrario della rappresentazione che ci viene spesso proposta mondo rurale, quella di comunità chiuse all’innovazione e restie a rispettare le regole,

Proprio nell’area oggi nota come Terra dei fuochi, compresa nel territorio storico della Terra di Lavoro, si collocano le storie raccontate nel primo capitolo, Le pianure. A Parete è ambientata la vicenda gloriosa della cooperativa Sole, formata da 100 agricoltori, con una superficie aziendale complessiva di 450 ettari, che ha conquistato un ruolo importante nel mercato europeo delle fragole, grazie alla qualità e alla salubrità del prodotto. La storia di Raffaele Magliulo si dipana tra Frignano, Parete, Casal di Principe a Carditello.  Qui l’azienda vitivinicola di famiglia coltiva una decina di ettari superstiti di vigneto ad alberata, con le viti che si inerpicano fino all’altezza quindici metri, ancorate ai pioppi, e producono l’uva da cui si ricava l’Asprino di Aversa. A Casal di Principe la psicologa Antonella Schiavone, tornata dalla Toscana al termine degli studi, ha convinto i fratelli ad avviare un’azienda bufalina che puntasse sull’alta qualità, includendo l’intero ciclo dalla produzione del foraggio al caseificio. Oggi la mozzarella Stella Bianca, prodotta dalla famiglia Schiavone, si può acquistare esclusivamente presso il caseificio aziendale oppure nei punti vendita di Bacoli, di Monte di Procida e in quello di Vienna, proprio di fronte al Teatro dell’Opera.

Nei capitoli successivi Di Gennaro ci conduce nelle aree interne della Campania, che Manlio Rossi-Doria chiamava “l’osso” in contrapposizione alla “polpa” delle pianure costiere, sui terrazzamenti della penisola Sorrentina, poi nei boschi che si estendono per quindicimila ettari all’interno della conurbazione che va dal lago Patria a punta Campanella per terminere nelle terre percorse dal fuoco sulle pendici del Vesuvio.

Con il capitolo sesto torniamo nella Terra dei fuochi, in particolare a Giuliano, dove l’autore ci invita a visitare il bosco di latifoglie esteso sei ettari che cresce sul podere San Giuseppiello, usato in precedenza come discarica di rifiuti industriali. L’agronomo ci ricorda poi che anche nell’area metropolitana di Napoli il sessantacinque percento del territorio rimane rurale e ospita aziende agricole con produzioni pregiate, le quali rappresentano l’unica cosa che funziona nel grande disordine, benché siano del tutto ignorata dalle politiche pubbliche di pianificazione del territorio.

Dopo un movimentato percorso tra il Cilento e il Fortore, dove incontriamo imprenditori, amministratori locali e artisti che cercano di contrastare lo spopolamento dei piccoli comuni, percorso di Antonio di Gennaro torna presso i confini del Lazio meridionale, sul vulcano di Roccamonfina. Qui incontriamo un coltivatore di mele annurche che È come Zeb Mechan, piantato, faccia larga, capelli e baffi biondi ora imbiancati, la camicia di flanella a quadri, il giaccone di cuoio graffiato dall’uso. Zeb vive sulle pendici del vulcano spento con il suo meleto, la moglie ucraina e il figlio di lei, circondato dall’avanzare dei campi abbandonati e dei boschi.

Ritengo che sia impossibile leggere Ultime notizie dalla terra senza rimanere contagiati dalla passione di Antonio Di Gennaro per i paesaggi della Campania e senza essere presi dal desiderio di ripercorrere i sui itinerari.

Antonio di Gennaro, Ultime notizie dalla terra. La Terra dei fuochi: questioni per il paese intero. Ediesse, Roma, 2019.

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