Sotto padrone. Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana.

Vincenzo Rossetti nel libro Dalle paludi a Littoria, diario di un medico 1926-1936 dedicò un capitolo ai guitti, braccianti agricoli stagionali, provenienti in gran parte da Trevi nel Lazio, che lavoravano a giornata nella Palude Pontina sotto il giogo dei caporali. Fiducioso nel progresso portato dalla bonifica, Rossetti scriveva: Il caporalato è stata una delle tante piaghe che va scomparendo con immensi benefici morali e materiali di tanti umili e forti lavoratori.

Le vicende raccontate da Marco Omizzolo si svolgono più di ottanta anni dopo, dal 2008 al 2019, ma la piaga è ancora aperta. Il territorio dove Rossetti svolgeva la missione di medico nella palude infatti è lo stesso che Omizzolo percorre nel duplice ruolo di sociologo e attivista. La sua missione è studiare le condizioni di vita dei braccianti soggetti al caporalato, in gran parte originari del Punjab, e migliorare le loro condizioni di vita.

Il diario di Omizzolo, appassionante come quello di Rossetti, inizia dall’incontro con un immigrato caduto dalla bicicletta che indossava un turbante giallo, una tunica bianca e scarpe dalla punta arricciata (scoprirà solo in seguito che erano segni distintivi degli indiani appartenenti alla comunità Sikh) e termina con la preparazione della seconda manifestazione sindacale dei braccianti di origine indiana a Latina, quella del 21 ottobre 2019.

Nell’arco di undici anni Omizzolo inizia e porta a termine un dottorato di ricerca sulla comunità Sikh nell’Agro Pontino, si traveste per condividere le esperienze di lavoro dei braccianti indiani, si reca nel Punjab per studiare il traffico internazionale di esseri umani, apre e gestisce con la cooperativa In Migrazione un centro di servizi per i migranti, organizza con il sindacato FLAI CGIL la prima grande manifestazione dei braccianti di origine indiana a Latina nel 2016, pubblica articoli, saggi e libri, riceve tante minacce da chi non vuole che disturbi lo sfruttamento dei braccianti ma anche il titolo di Cavaliere dal presidente Mattarella, accoglie gli inviati di testate giornalistica nazionali ed estere.

Sotto padrone ci offre una rappresentazione tanti problemi vissuti dai braccianti nell’Agro Pontino e nella Piana di Fondi, come i carichi di lavoro pesantissimi, le paghe spesso molto al di sotto dei minimi contrattuali, la discriminazione e lo sfruttamento sessuale delle donne, l’induzione all’uso di droghe per sopportare la fatica e il dolore, le minacce e i maltrattamenti subiti, l’uso di agrofarmaci illegali e l’esposizione ai loro effetti sulla salute, perfino alcuni casi di vero e proprio schiavismo,.

La comunità Sikh in provincia di Latina è la seconda per dimensioni in Italia, dopo quella dell’Emilia-Romagna. I cittadini di nazionalità indiana regolarmente censiti nella provincia erano 11.660 al 1° gennaio 2019, ma secondo una stima di Cgil basata sulla quantità di persone che accedono a vari tipi di servizi (Caf, scuole di italiano, ecc.), riportata in un reportage pubblicato sul sito internet del progetto Open Migration, i Sikh che vivono effettivamente nell’area sarebbero più del doppio: circa 25.000, che lavorano prevalentemente nelle aziende agricole.

La storia raccontata da Omizzolo parla dello sfruttamento ma anche del riscatto di una comunità che ha acquisito consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo, che si organizza grazie anche al sostegno dei sindacati, che si inserisce nella vita civile. Lo scorso mese di aprile i residenti di origine indiana hanno donato 10.000 euro all’ospedale di Latina, per aiutarlo a fronteggiare l’epidemia CoViD-19.

Il percorso di emancipazione dei lavoratori impegnati in Provincia di Latina è forse favorito dalla diffusione delle colture protette, che richiedono manodopera tutto l’anno. Si è insediata infatti qui una comunità stanziale, legata al territorio, a differenza dei lavoratori immigrati che si spostano tra diverse regioni italiane seguendo i raccolti, descritti per esempio da Sara Manisera nel libro Racconti di schiavitù e lotta nelle campagne. L’insediamento stabile favorisce la rivendicazione dei diritti.

La presa di coscienza della comunità Sikh è ben rappresentata dall’ultimo personaggio che Omizzolo ci presenta in Sotto padrone. Si tratta di una vivace ragazza di origine indiana, Greta Kaur, incontrata dall’autore durante una conversazione con gli studenti di una scuola media a Pontinia. Al termine dell’iniziativa, Greta lo avvicina e gli dice “Ti vorrei ringraziare perché ascoltandoti ho capito cosa voglio fare da grande. Voglio fare la giornalista. Ma non una giornalista qualsiasi, una giornalista per la giustizia.”

Marco Omizzolo, Sotto padrone. Uomini, donne e caporali nell’agromafia italiana. Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, 2019.

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