Scuola d’impresa diffusa

Ho conosciuto Franco Cioffi quattro anni fa, quando su consiglio di Luca Meldolesi gli chiesi di farmi conoscere le attività che stava portando avanti in Campania.

Mi diede appuntamento a Sessa Aurunca, presso l’azienda gestita dalla cooperativa sociale Al di là dei sogni, e partii da Roma con Federica Alatri (impegnata in un master sulla gestione dei beni confiscati), che poi scrisse sul suo blog un bel resoconto della visita alle aziende del consorzio NCO (http://federica-alatri.it/?page_id=6403). A Casal di Principe, presso il ristorante Nuova Cucina Organizzata, ci raggiunse Tommaso Di Nardo.

Tommaso venne a Fondi circa un anno dopo (con Francesco Vasca e Antonietta Riccardo) per presentare il libro Reti di periferia (https://www.iford.eu/2017/11/07/reti-di-periferia-sistemi-sociali-virtuosi-fra-terra-di-lavoro-e-terra-dei-fuochi-sabato-11-novembre-la-presentazione-a-fondi-latina). Fu un grande successo, una bella discussione e 30 copie del libro vendute, a testimonianza del rapporto ancora forte tra i territori della Terra di Lavoro.

Con Franco Cioffi da allora ci siamo sentiti spesso, con Federica e Antonella Bonaduce, l’anno scorso ho anche visitato la sua scuola di impresa a Bagnoli (http://federica-alatri.it/?p=7647), una delle esperienze che racconta nel libro Scuola di impresa diffusa, fresco di stampa.

Sostiene Franco nella prefazione al libro che In Italia si dà spesso per scontato che l’imprenditoria (profit e no profit) è “un’erba spontanea” che cresce e si espande in maniera naturale, e che, all’inverso, la PA è destinata a non funzionare, quasi fosse condannata in tal senso da una “divina maledizione”. Per contro lui ritiene che lo sviluppo delle imprese e il miglioramento della pubblica amministrazione sono processi che vanno stimolati, progettati, accompagnati e orientati verso le migliori pratiche con un approccio strategico ma, anche, manageriale dal basso in quanto qualsiasi organizzazione risente la mano di chi la pensa e la governa

La prima parte del libro ci espone la visione dell’autore sulla corretta gestione delle aziende, con brevi capitoli dedicati a temi come lo stile di direzione, la crescita del capitale umano, l’amministrazione, la successione generazionale, le nuove frontiere del marketing in riferimento allo sviluppo delle neuroscienze e dei social media.

Nella seconda parte Franco Cioffi racconta il suo percorso professionale e di vita, dalla tesi di laurea sul ruolo di una grande impresa nella crescita delle competenze e dell’economia locale in Campania, al successivo lavoro presso la Presidenza del Consiglio nel Comitato per l’emersione del lavoro irregolare, fino alla decisione di tornare sul campo nel ruolo di temporary manager e di formatore per provare a praticare poltiche di incivilimento economico e sociale dal basso, mediante la riorganizzazione e lo sviluppo di piccole e medie imprese locali. Il lavoro sul campo rappresentava per il giovane economista anche un’opportunità per sperimentare i concetti teorici del pensiero possibilista, elaborati soprattutto da Eugenio Colorni, Albert O. Hirshman e Luca Meldolesi (relatore della sua tesi e presidente del Comitato)

Venti anni di esperienza sul campo hanno portato l’autore alla conclusione che è necessaria una figura professionale a cavallo tra: aziendalista, economista e agente di sviluppo locale, creata mediante scuole di formazione di qualitàIl coinvolgimento attivo di soggetti istituzionalmente deputati anche a tale ruolo (Stato, Regioni, Comuni ma, anche, Fondazioni, Sindacati ecc.) potrebbe contribuire a tale scopo mediante una legislazione tendente più ad “accompagnare” (tutoraggio e formazione diretta) che ad “aiutare” (agevolazioni fiscali e finanziarie) le imprese nei loro percorsi di sviluppo e consolidamento. La seconda parte di Scuola di impresa diffusa termina con l’esperienza dell’accompagnamento di due ex dipendenti del conservificio La Doria, per l’avvio di una nuova impresa, dopo che l’azienda aveva deciso di abbandonare lo stabilimento di Acerra.

La terza e ultima parte è dedicate alle esperienze con il terzo settore e con gli enti locali. Ci dice Franco Cioffi che le organizzazioni del terzo settore, oltre a fornire servizi di cura e promozione sociale alle comunità locali, una volta rafforzate le competenze imprenditoriali e gestionali possono a loro volta diffondere nel territorio la cultura di impresa e fungere da leva per lo sviluppo locale. Il racconto della collaborazione con tre importanti comuni in Campania è molto più sofferto, ma anche in questi contesti, sostiene l’autore, si possono mettere in atto strategie efficaci per superare le resistenze al cambiamento.

Tutte le attività descritte nei capitoli precedenti, recita l’ultimo capitolo, negli anni si sono naturalmente canalizzate in un progetto di sviluppo civico ed economico integrato, finalizzato a difondere la cultura dimpresa nei territori, per migliorarne la competitività e aumentare i livelli occupazionali: Scuola d’impresa diffusa.

Una rivoluzione che non ha confini geografici, di settore, di competenze, ma un unico obiettivo: provare a incivilire in Mezzoggiorno d’Italia con politiche dal basso.

Tutti gli attori a vario titolo protagonisti di questa azione civica formativa sono consapevoli che il ritorno dell’investimento individuale è dato dal miglioramento della vita pubblica di comunità.

Ma sono soprattutto coscienziosi che l’agente del cambiamento, per essere tale, deve fare un grosso lavoro di introspezione, rilevare ed analizzare i limiti personali, e tendere a migliorarsi costantemente con un approccio da “mano che nasconde”, cioè con un approccio umile e senza pregiudizi di sorta.

Le parole d’ordine sono: etica, auto sovversione, formazione continua e trasferimento delle competenze.

Sono convinto anche io che le imprese radicate nel territorio, sia quelle sociali sia quelle for profit, sono oggi le principali leve disponibile per promuovere lo sviluppo locale, o per l’incivilimento come dice Franco. Si tratta delle imprese e degli imprenditori descritti per esempio da Francesco Erbani nel libro L’Italia che non ci sta (https://wordpress.com/post/viaitri.blog/121) e da Antonio Di Gennaro in Ultime notizie dalla terra (https://wordpress.com/post/viaitri.blog/118).

La sfida che vorrei affrontare l’anno prossimo insieme a Franco, resa più difficile ma più necessaria dalla pandemia, è quella di portare la sua Scuola d’impresa diffusa anche nel Lazio meridionale.

Franco Cioffi, Scuola d’impresa diffusa, Rubettino, 2020.

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