Sindacato, ambiente, sviluppo. La Cgil Abruzzo, i parchi e le origini della riserva Monte Genziana-Alto Gizio 1979-1996

Le vicende ricostruite da Luigi Piccioni in questo libro si svolgono tra il 1962, quando un articolo pubblicato da una rivista locale del Partito socialista italiano richiama l’attenzione sulle speculazioni immobiliari che minacciano il Parco Nazionale d’Abruzzo, e il 1996, quando viene istituita la Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio. Le aree geografiche interessate sono l’alta Val di Sangro (confinante con il Lazio Meridionale) e la Valle Peligna, con significativi riferimenti al contesto regionale e a quello nazionale. Luigi Piccioni racconta iniziative e i conflitti che hanno avuto lo scopo di “integrare le attività e le domande degli uomini, delle società locali e di quella nazionale, con una rigorosa e intelligente difesa dell’ambiente”, per “far conoscere a chi non sa quanto è stato costruito in Italia negli ultimi sessant’anni per combinare tutela e sviluppo e per rinfrescare la memoria e chi l’ha dimenticato”.

La prima parte del libro, intitolata “Dall’Alta Val di Sangro alla montagna abruzzese”, è dedicata alle vicende del Parco Nazionale d’Abruzzo dai primi anni ’60 alla seconda metà degli anni ’70, quando una nuova generazione di amministratori locali nei comuni dell’Alta Val di Sangro (in gran parte “fuor sede” che studiano nelle città ma vogliono impegnarsi per i paesi d’origine) cerca nuove strade per lo sviluppo locale, in collaborazione con l’Ente Parco. La loro esperienza diventa un punto di riferimento per l’Abruzzo e per tutto l’Appennino.

L’esperienza cui è dedicata la seconda parte, con il titolo “Dalla montagna interna all’Abruzzo”, inizia nel 1978. Alla Camera del Lavoro di Sulmona, dove già opera Elio D’Orazio, originario di Villetta Barrea e coinvolto nel Movimento popolare Alto Sangro, arrivano Domenico D’Aurora e Gianni Melilla, giovane dirigente impegnato nelle Leghe dei disoccupati, che nelle intenzioni del Pci e della Cgil dovrebbero contrastare l’egemonia dell’Autonomia operaia sui giovani di sinistra. Proprio dalla Camera del Lavoro di Sulmona parte l’iniziativa di “Mettere al centro di una piattaforma rivendicativa per un’area interna le possibilità di sviluppo legate alla protezione della natura e all’esistenza di un’area protetta”, uscendo dallo schema del conflitto tra ambiente e lavoro (l’area protetta di riferimento è il Parco Nazionale d’Abruzzo). La Camera del Lavoro di Sulmona anticipa quindi di circa 10 anni la Cgil nazionale, che solo con il XII Congresso del 1991 rivendica l’attuazione della legge quadro nazionale sui parchi, affinché le aree protette ricoprano almeno il 10% nel territorio nazionale. È vicino a D’Aurora e Melilla un autorevole dirigente nazionale del sindacato, Silvano Levrero, attivo negli stessi anni a sostenere le iniziative per l’uso delle terre pubbliche, proposte dai giovani impegnati nella cooperativa Silvo-pastorale Vallumana a Fondi. Nel dicembre 1995 la Regione Abruzzo, il Servizio Conservazione della Natura del Ministero dell’Ambiente e Legambiente Nazionale promuovono il progetto Appennino Parco d’Europa – APE. Quattro mesi dopo il progetto APE sarà al centro del protocollo d’intesa firmato da Cgil-Cisl-Uil nazionali e Legambiente, per il lavoro, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

“Dall’Abruzzo al Genzana” è intitolata la terza parte del libro, dedicata alle iniziative per la protezione dei monti e delle vallate nei dintorni di Sulmona, che uniscono il Parco Nazionale d’Abruzzo e la Majella. Nel 1990 si costituisce il comitato promotore, per iniziativa di Cgil Abruzzo, Legambiente Abruzzo, WWF Abruzzo e Parco Nazionale d’Abruzzo e inizia una vicenda complessa e contrastata, che porterà all’approvazione della legge istitutiva della Riserva Regionale del Monte Genzana e dell’Alto Gizio nel 1996.

Il volume è completato da una raccolta di documenti originali, da una serie di interviste, da una ricca bibliografia e da una documentazione iconografica che comprende riproduzioni di manifesti, locandine e articoli di giornali.

Tra i documenti originali troviamo il dattiloscritto di D’Aurora sul convegno organizzato della Camera del lavoro di Sulmona il 23 marzo 1985. In questo convegno vengono presentate due proposte: la costituzione di un sistema regionale di aree protette che includa il parco della Majella-Morrone e l’uso produttivo delle terre pubbliche definito “Una leva imprescindibile per un recupero delle zone interne che poggia sull’inserimento di strutture e processi di produzione capaci di accumulazione autopropulsiva, e quindi di un riequilibrio reale.” Dopo trentacinque anni possiamo dire che sulla creazione di sistemi di aree protette, in Abruzzo come nel Lazio e in altre regioni, sono stati fatti importanti passi in avanti. Le aree naturali protette costituiscono una rete ormai consolidata, grazie a norme comunitarie, nazionali e regionali, ma negli ultimi anni assistiamo a un calo significativo dell’attenzione e delle risorse che vi vengono dedicate. Il problema dell’uso produttivo delle terre pubbliche invece non ha avuto risposte rielevanti e si è anzi aggravato a causa dello spopolamento delle aree interne. Questo libro rappresenta quindi uno stimolo importante alla discussione su tematiche molto attuali.

Sindacato, ambiente, sviluppo. La Cgil Abruzzo, i parchi e le origini della riserva Monte Genziana-Alto Gizio 1979-1996, di Luigi Piccioni, Ediesse, Roma 2018.

Della storia del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise tratta anche La natura del duce: https://viaitri.blog/2022/09/29/la-natura-del-duce-una-storia-ambientale-del-fascismo/

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