Agro Punjab. Lo sfruttamento dei sikh nelle campagne di Latina

Le giornaliste Francesca Cicculli e Stefania Prandi hanno condotto un’inchiesta dal titolo “Il sapore amaro del kiwi”, insieme alle colleghe Charlotte Aagaard, della testata danese Danwatch, e Kusum Arora, del sito indiano di informazione The Whire, con il supporto del fondo belga Journalismfund Europe.  Il libro Agro Punjab è nato dal completamento e approfondimento dell’inchiesta.

Cicculli e Prandi hanno indagato, con sopralluoghi e interviste, nell’agro Pontino, dove secondo il sociologo Marco Omizzolo vivono circa 30.000 persone di origini indiane appartenenti alla comunità sikh, e nello stato indiano del Punjab, luogo di origine dei sikh.

Gran parte dei lavoratori provenienti dall’India ha una conoscenza molto scarsa della lingua italiana e i loro rapporti di lavoro sono frequentemente mediati da caporali, spesso essi stessi punjabi. Il lavoro irregolare e sottopagato è molto diffuso, favorito dalla difficoltà di ottenere un regolare permesso di soggiorno per i lavoratori immigrati.

Molti lavoratori di origine indiana, soprattutto nella parte settentrionale della provincia di Latina, sono impegnati nella coltivazione del kiwi, introdotta in Italia negli anni ’70 del secolo scorso. Oggi in nostro paese è il principale produttore europeo di questo frutto, originario della Cina meridionale. Destinataria di una parte importante dei kiwi prodotti nel Lazio è la multinazionale neozelandese Zespri, che a sua volta rifornisce le insegne della grande distribuzione organizzata, come per esempio Lidl, Spar e REMA che rivendono in Danimarca. Molti produttori hanno ottenuto la certificazione GlobalGAP Risk Assessment on Social Practice (GRASP) volta a prevenire la violazione dei diritti dei lavoratori nelle aziende agricole.  Prima della pubblicazione dell’inchiesta “Il sapore amaro del kiwi” Zespri dichiarava che sono una esigua minoranza dei propri fornitori avrebbe potuto violare i diritti dei dipendenti. Dopo la pubblicazione del rapporto la multinazionale ha sostenuto di aver sollecitato i fornitori e certificatori a segnalare pratiche scorrette, attraverso una linea telefonica riservata. Non si è avuta notizia, nel 2024, di eventuali iniziative intraprese da Zespri a seguito di segnalazioni.

Le autrici mettono in evidenza le difficoltà causate dalla legge Bossi-Fini (approvata nel 2002 e mai modificata sostanzialmente negli anni successivi) per i lavoratori immigrati, come pure per i datori di lavoro che vorrebbero evitare di utilizzare lavoro irregolare. Espongono inoltre il meccanismo estremamente farraginoso ed inefficace per l’attuazione del “decreto flussi”, che stabilisce quanti lavoratori possono entrare ogni anno in Italia da paesi non appartenenti all’Unione Europea. La difficoltà di entrare in modo regolare in Europa, insieme alle difficili condizioni sociali nel Punjab, favoriscono lo sviluppo di una fitta rete di agenzie di viaggio, spesso false, che millantando rapporti con agenzie italiane chiedono fino a 16.000 euro per assicurare l’arrivo in Italia.

Un capitolo del libro è dedicato alla storia di Balbir (protagonista del libro di Marco Omizzolo “Il mio nome è Balbir”), primo immigrato ad aver ottenuto in permesso di soggiorno “per motivi di giustizia”, dopo aver denunciato i suoi sfruttatori. Non è a lieto fine invece la vicenda esposta nel capitolo successivo, quella di Satnam Singh, il lavoratore morto il 19 giugno del 2024, abbandonato davanti alla sua casa a Cisterna di Latina dall’agricoltore per il quale lavorava dopo aver perso un braccio in un incidente sul lavoro, deceduto dopo qualche giorno.

Nel quarto capitolo Cicculli e Prandi scrivono sulla la logistica dei prodotti ortofrutticoli presso il Mercato Ortofrutticolo di Fondi (MOF). Si tratta dell’unica parte del libro che non è fondata su informazioni di prima mano, ma su resoconti di indagini giudiziarie e su altre inchieste giornalistiche. Le autrici danno per scontato il controllo della criminalità organizzata sui trasporti a Fondi «Nonostante le operazioni giudiziarie, il controllo mafioso sui trasporti del MOF è rimasto intatto, dimostrando come la criminalità organizzata continui a rigenerarsi e a dominare l’economia della zona, escludendo qualsiasi tentativo di portare la legalità». Il settore della logistica meriterebbe a mio avviso un maggiore approfondimento, in particolare sulle condizioni dei lavoratori e sull’influenza esercitata dalla grande distribuzione.

di Massimo Leone

F. Cicculli, S. Prandi, Agro Punjab. Lo sfruttamento dei sikh nelle campagne di Latina, Prefazione di M. Omizzolo, Nottetempo, Milano 2024

Nell’immagine un momento della festa della comunità sikh a Fondi, il 29 settembre 2024.

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