Fabio Sanfilippo, caporedattore e inviato di Radio 1 e del Giornale Radio Rai, segue da molto tempo le questioni relative all’immigrazione e ai diritti ed è stato tra i fondatori del “Comitato Tre ottobre”, organizzazione senza scopo di lucro nata con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’integrazione e dell’accoglienza attraverso il dialogo con cittadini, studenti e istituzioni. Il comitato ha questo nome perché il 3 ottobre 2013, in un naufragio al largo delle coste di Lampedusa, persero la vita 368 migranti.
La storia che Sanfilippo racconta in questo libro nasce da un incontro che avviene nel 2016 in Grecia, nel campo di Idomeni, dove vivevano nel fango circa quindicimila persone, soprattutto profughi provenienti dalla Siria. A seguito dell’incontro con una bambina, e con suo padre, l’autore «depone l’armatura indispensabile per ogni giornalista che attraversa zone di confine», scrive Gaetano Savatteri nella prefazione. Nasce quindi un rapporto intenso, tra una famiglia di curdi siriani e una italiana.
In questi giorni siamo inondati dalle immagini del naufragio di Cutro, delle bare, dei parenti delle vittime che attendevano i loro cari in diversi paesi europei e sono stati invece chiamati a riconoscerne i cadaveri. Il libro di Fabio Sanfilippo ci dà la possibilità di guardare da vicino (anche con le intense foto in bianco e nero) le famiglie di profughi che fuggono dalle guerre, le loro difficoltà, i timori e le speranze. Ci racconta come è difficile avere la possibilità di entrare legalmente in Europa, anche per chi ha pienamente il diritto di essere accolto, rappresenta la cronaca «della disumanità eretta a sistema burocratico, dell’indifferenza che si fa norma», scrive ancora Savatteri.
Fabio Sanfilippo, Nel fango, L’Altracittà media e arti, 2022
di Massimo Leone