Presso le Scuderie del Quirinale è in corso (fino al 10 aprile) la mostra Arte liberata 1937-1943 Capolavori salvati dalla guerra. Sono esposti capolavori sopravvissuti alla II guerra mondiale solo grazie a una grande campagna, promossa dal Ministro dell’educazione Giuseppe Bottai e attuata dal personale delle Soprintendenze. I pannelli e i filmati della mostra ricostruiscono l’attività delle funzionarie e dei funzionari che con grandi capacità e dedizione portarono a termine con successo il salvataggio di un patrimonio di immenso valore, nonostante le enormi difficoltà e la disponibilità di mezzi non sempre adeguati.
Tra i quadri in mostra troviamo l’Annunciazione tra i santi Onorato e Mauro, di Cristoforo Scacco, risalente al 1499, proveniente dal duomo di San Pietro Apostolo a Fondi. La salvezza di questo capolavoro e di altri quadri che fanno parte del patrimonio delle chiese di Fondi fu opera soprattutto di Emilio Lavagnino, funzionario della Direzione generale delle arti. Lavagnino mise in salvo, trasportandole personalmente fino al Vaticano, ben 9 opere d’arte prelevate a Fondi durante i bombardamenti, tra cui la Madonna con Bambino, San Pietro e San Paolo di Antoniazzo Romano e il Trittico della Pietà di Giovanni da Gaeta.
Scrive Belinda Granata nel catalogo della mostra che quello a attuato a Fondi fu secondo Lavagnino “uno dei viaggi più notevoli”
«per via della posizione della cittadina, poco lontana dal mare tra il fronte della testa di ponte di Anzio e quella poco lontano di Gaeta, e per la condizione in cui il centro abitato si trovava, deserto e già tutto evacuato dalla popolazione. Le difficoltà di questa missione furono fortunatamente alleggerite dall’intervento di un privato cittadino, Raffaele Pannozzo, che metteva a disposizione della Santa Sede un autocarro da lui affittato con non poca spesa. A Fondi i lavori di recupero durarono circa dieci ore, compiuti tra le macerie delle chiese di Santa Maria Assunta, in parte crollata, e di San Pietro, dove la difficoltà era rappresentata da un’enorme cancellata di ferro a protezione dei due dipinti più importanti, grandi, pesantissimi, e fissati con grappe alle pareti, ovvero il trittico di Antoniazzo Romano e la grande pala d’altare con cimasa e predella di Cristoforo Scacco.»
Lavagnino era stato allontanato dall’amministrazione nel 1938 per le sue posizioni politiche antifasciste, ma quando nel 1943 gli fu affidato l’incarico di coordinare il salvataggio delle opere d’arte nel Lazio e nelle Marche disse «Io sono stato mandato in pensione, ufficialmente sono esautorato ma di questo me ne infischio e vado avanti per la mia strada come mi sembra più onesto e doveroso fare».
Credo che a poche persone la città di Fondi debba essere riconoscente come a Emilio Lavagnino e che il Comune dovrebbe almeno dedicargli una strada importante.
Arte liberata. Capolavori salvati dalla guerra. 1937-1943. A cura di Luigi Gallo e Raffaella Morselli. Electa, 2022.
L’immagine in evidenza è un particolare dell’Annunciazione di Cristoforo Scacco esposta presso le Scuderie del Quirinale.
Giulia Rita Eugenia Forte nel suo libro E cadevano spezzoni (2020) riporta un ampio stralcio del diario di Bruno Lavagnino, con il racconto della sua avventura a Fondi.
di Massimo Leone
Una opinione su "Arte liberata, capolavori salvati dalla guerra, 1937/1943"