Il collettivo politico Immagina #Ideeinmovimento ha svolto un’indagine sul lavoro stagionale nel settore del turismo a Fondi. Dalle 52 risposte di lavoratrici e lavoratori stagionali che hanno compilato il questionario risulta che:
- hanno prestato servizio nelle seguenti località: Fondi (44,2%), Sperlonga (28,8%), Gaeta (9,6%), Terracina (6,7%), Itri (3,8%), altro (6,1%)
- l’86,5% ha lavorato nel settore della ristorazione e presso attività balneari
- il 59,6 % lavora oltre 8 ore al giorno, il 34,6% tra le 10 e le 12 ore
- all’80,8% dei loro non è stato proposto un contratto regolare e il 69,2 % di questi ha lavorato senza contratto regolare
- Il 57,7% dei lavoratori non ha goduto del giorno di riposo settimanale
- Il 30,8% dei lavoratori ha guadagnato una media di 25 euro al giorno, il 26,9% una media di 35 euro al giorno
- il 50% dei lavoratori non ha ricevuto compensi per gli straordinari, il 19,2% ne ha ricevuti solo in parte; solo al 30,8% gli straordinari sono stati regolarmente pagati
- il 55,8% ritiene di aver lavorato in ”pessime” condizioni, il 36,5% in condizioni ”buone”, il 7,7% in condizione ”più che buone”
- il 73,1% non ha avuto una formazione per le mansioni svolte, il 27% dei lavoratori non è in grado di interpretare il proprio contratto
- il 23,1% ha sostenuto di aver subito violenze fisiche e psicologiche sul posto di lavoro, ma il 47,7% di loro non saprebbe a chi rivolgersi nel caso non venissero rispettati i propri diritti di lavoratore.
Questi dati non sorprendono troppo. Scrive infatti Francesco Iannuzzi nel suo articolo Il lavoro sfruttato e l’impossibile sviluppo, pubblicato sul numero 89 (luglio 2021) della rivista gli asini, che secondo il rapporto annuale 2020 dell’Ispettorato del lavoro:
si può notare come le attività di alloggio e ristorazione presentino la più elevata percentuale di irregolarità (73%) , calcolata sul numero delle ispezioni effettuate
La struttura delle imprese in questo settore, commenta Iannuzzi, favorisce la proliferazione del lavoro irregolare
il 93% sono microimprese (da uno a quattro addetti) … la persistente refrattarietà agli investimenti di natura tecnologica e organizzativa e la scarsa incidenza degli investimenti per addetto, fanno del turismo uno dei settori a più bassa produttività e a più basso valore aggiunto nel panorama produttivo italiano …
di conseguenza
Le numerosissime imprese che sorreggono il gigante turismo, pur richiedendo e consumando enormi quantità di risorse (anche in termini ambientali e di impatto ecologico …), registrano performance economiche tutt’altro che entusiasmanti.
L’ispettorato sottolinea inoltre che
Le condizioni di lavoro nelle località stagionali sono significativamente peggiori rispetto alle aree dove il turismo ha un’estensione temporale più lunga nel corso dell’anno …
I dati raccolti da Immagina confermano sostanzialmente che, come sostiene Iannuzzi:
la scelta dell’Italia verso un percorso di sviluppo basato sul turismo sia più propriamente una ritirata improvvisata che una scelta strategica. Il turismo nel suo complesso non sembra garantire né una dinamica di crescita equa e sostenibile né tantomeno, per usare la terminologia dell’Ilo [Organizzazione internazionale del lavoro, n.d.r.], condizioni di lavoro e di vita decenti ai suoi occupati.
Tuttavia qualche intervento per migliorare le condizioni dei lavoratori, secondo Iannuzzi, è possibile.
Ripristinare e irrobustire gli ammortizzatori sociali, rafforzare il potere salariale, promuovere una cultura sindacale (che è rara nel turismo), limitare la segmentazione contrattuale e ricostruire più ampie tutele lavoristiche avrebbe certamente un impatto positivo sull’occupazione turistica. Così come positivo sarebbe l’impatto se se si offrisse alle persone opportunità di impiego di qualità evitando che le stesse si rifugino nell’imprenditorialità di disperazione (che proprio nel turismo trova un canale privilegiato), anziché promuoverla come valore di per sé positivo.
Non bisogna dimenticare, conclude Iannuzzi, che
Il turismo è anche un fenomeno sociale e culturale e gli effetti di questo fenomeno produce dal punto di vista della crescita culturale, della qualità del tempo libero e della riproduzione sociale nel suo complesso non possono essere compresi entro valutazioni di natura esclusivamente economica.
Ma questo
non costituisce una ragione sufficiente per soprassedere sulle condizioni di sfruttamento del lavoro su cui spesso il turismo si basa.
Il dossier Contro il turismo della rivista gli asini contiene oltre a quello di Iannuzzi articoli di Sarah Gainsforth, Oltre la retorica, Alex Giuzio, Un mare di gente. L’impatto nelle località costiere, Nicola De Cilia, Una montagna di gente. L’impatto sulle località montane, Giacomo Maria Salerno, La monocoltura del turismo a Venezia, Marcello Anselmo, La monocoltura del turismo a Napoli.
gli asini, Mensile, anno XI, n. 89, luglio 2021
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