Nel Pci del Mezzogiorno. Frammenti di storia sul filo della memoria.

Piero Di Siena ha militato nel Pci dal 1963 al 1991, salvo un periodo di impegno nel PCd’I (m-l) intorno al 1970. Nel Pci del Mezzogiorno Di Siena è stato segretario della federazione di Potenza e segretario regionale della Basilicata, in seguito ha lavorato come giornalista per le principali testate del partito, Rinascita e l’Unità, di cui ha diretto le pagine di economia dal 1999 al 2000. Negli anni ’90 ha coordinato con Vittorio Rieser un’inchiesta sulla condizione degli operai dello stabilimento Fiat di Melfi.

Raccolta di scritti pubblicati in varie occasioni dal 1993 al 2010, Nel Pci del Mezzogiorno è, secondo l’autore, un libro di memorie che consente di ricostruire il suo rapporto con il partito attraverso il racconto «dei dirigenti e dei compagni di lotta» che ha conosciuto, «dei rapporti politici e umani che si sono succeduti nel tempo», di esperienze tra le più significative nella sua vita politica.

Nell’introduzione Di Siena sostiene che «La ricostruzione della memoria costituisce un contributo all’organizzazione delle fonti da cui, al pari di quelle di archivio, la ricerca storica sulla seconda metà del secolo scorso non potrà prescindere, più di quanto non sia accaduto nel passato». In particolare il ricorso alla memoria può contribuire nella ricerca storica a mettere a fuoco «il rapporto tra politica e vita» che «è anche un modo di proiettarsi in avanti, di fronte alla crisi della politica contemporanea, nella direzione di una possibile ricostruzione delle basi di una moderna politica democratica». Si deve considerare infatti che:

«La rimessa al centro dell’individuo rispetto al protagonismo delle masse che ha caratterizzato il Novecento è, probabilmente, un dato irreversibile che non è solo conseguenza delle politiche neoliberiste ma di un mutamento di fondo delle relazioni sociali e della loro evoluzione» …

«Non si tratta di rassegnarsi al trionfo dell’individualismo, ma di praticare, a partire dai cambiamenti imposti dalla rivoluzione neoconservatrice sin nel cuore dell’organizzazione del lavoro … una sorta di ritorno dal concetto novecentesco di “massa” a quello di “classe”, inteso come trama di relazioni interpersonali che si instaurano nel processo lavorativo e nei rapporti asimmetrici che si costruiscono rispetto ad esso, per ritrovare una connessione virtuosa tra ruolo dell’individuo e organizzazione delle sue relazioni in quanto essere sociale.»

Le memorie e le testimonianze raccolte in questo libro possono contribuire in particolare, afferma Di Siena nell’introduzione, a ricostruire la vicenda nel Mezzogiorno del “partito nuovo” voluto da Togliatti.

Il Pci nell’Italia meridionale è caratterizzato da un «ruolo egemonico delle masse contadine nella costruzione di un blocco storico alternativo alle relazioni interclassiste che si organizzavano intorno alla Democrazia cristiana». Il “miracolo economico”, con l’industrializzazione e soprattutto con l’emigrazione, destruttura l’economia agricola, per cui fin dagli anni Sessanta diventa chiaro che «i contadini, per l’evidente trasformazione della società meridionale, …, non possono più assolvere al ruolo di fattore egemonico di un blocco sociale alternativo.»

«Negli anni Settanta sembra possibile che il partito nuovo nel Mezzogiorno possa rinnovarsi e riprodursi attraverso lo spostamento a sinistra si settori importanti dei ceti medi» e che dal ruolo egemonico delle classi medie «il partito nuovo potesse trarre nuova linfa e riaprire per sé e per la democrazia nel Mezzogiorno un nuova fase». Le classi medie invece non si rivelarono in grado di essere al centro della formazione di un nuovo blocco storico e di rinnovare il partito, che in quegli anni aveva raggiunto i migliori risultati a livello elettorale ed era diventato forza di governo. Accadde quindi che

«l’acquisizione di una cultura di governo per la generazione che in quegli anni assunse la direzione del Pci e le redini della sua trasformazione, in assenza di un quadro di riferimento di valore egemonico, divenne in generale il tramite della sua cooptazione subalterna alle classi dominanti preesistenti».

Agli inizi degli anni Novanta, l’autore ritenne che

«il riferimento sociale per una possibile alternativa egemonica al riassetto dei poteri e degli interessi economici che stava avvenendo anche nel Mezzogiorno potesse essere la nuova classe operaia meridionale figlia della riorganizzazione produttiva della Fiat su tutto il territorio nazionale, dei processi di privatizzazione dell’industria di Stato come a Taranto e del decentramento produttivo».

Proprio negli anni Novanta però precipita la crisi della grande industria nel Mezzogiorno. L’acciaieria di Taranto, già molto ridimensionata, si salva solo perché chiude quella di Bagnoli a Napoli, ma non si realizza nessun progetto di rilancio e «la “città operaia” diventa “città plebea”». Nello stesso periodo si assiste all’epilogo della vicenda industriale di un’altra città che si affaccia sullo Jonio, Crotone.

A quasi dieci anni dalla pubblicazione di Nel Pci del Mezzogiorno, il problema di quale possa essere la base sociale della sinistra nel Sud mi sembra irrisolto. La fortuna elettorale in questa parte dell’Italia di quello che sembra oggi dai sondaggi il principale partito progressista si fonda sul sostegno al reddito di cittadinanza.

I testi raccolti nel libro sono dedicati a Michele Mancino (https://viaitri.blog/2022/06/02/michele-mancino-nel-pci-del-mezzogiorno/), Michele Prezioso, Francesco Laudaddio, Nino Calice, Raffaele Giura Longo, a Taranto città operaia, al “soccorso rosso” nei giorni del terremoto dell’80, a Paolo Laguardia. In appendice troviamo la relazione che Piero Di Siena svolse, come segretario regionale, al Terzo Congresso del Pci in Basilicata (1986), che con la sua sistematicità ci offre un quadro molto ampio delle questioni istituzionali, politiche, sociali ed economiche aperte in quel periodo.

Piero Di Siena, Nel Pci del Mezzogiorno. Frammenti di storia sul filo della memoria., Calice Editori, Rionero al Vulture, 2013.

L’immagine è presa da:

Christian Palmieri, Gaetano Leonardi, Quando eravamo operai. Trasformazioni di una periferia meridionale d’Italia attraverso documenti d’archivio e immagini (Crotone 1924-1993), Edizioni Libertà, Roma, 2015.

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